Liberarsi dal pregiudizio

 

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La parola “pregiudizio” significa dare un giudizio prematuro. Ci lasciamo coinvolgere da un modo di pensare tossico ogni volta che permettiamo a noi stessi di atteggiarci a giudici. E quando giudichiamo in anticipo, i nostri pensieri sono ancora più tossici.

Quando facevo ricerche per il mio libro Che cosa volete davvero per i vostri figli?, trovai interessanti i dati che indicavano come i bambini ai quali veniva insegnato a credere, senza fare domande, a quello che dicevano le persone autorevoli, fossero particolarmente carichi di pregiudizi. Questa conclusione è comprensibile quando vi rendete conto che dare giudizi prematuri, basati unicamente su quanto ci hanno detto gli altri, impedisce di sviluppare una propria mentalità.

 

Il pensare secondo pregiudizi deriva dal considerare la mente come uno spazio da affittare per i pensieri e le convinzioni degli altri. Imparare ad arredare la vostra mente con la vostra personale interpretazione, anche solo per un momento, vi rende liberi di conoscere voi stessi e gli altri attraverso il sé superiore. Quando la vostra mente è occupata dal pregiudizio, l’ego è il padrone di casa.

Giudicare anticipatamente è un modo di interpretare le motivazione e i comportamenti degli altri secondo standard influenzati dal vostro ego. Non si limita agli antagonismi razziali o religiosi che siamo giunti ad associare alla parola “pregiudizio”. Ogni volta che definite i membri di una generazione diversa dalla vostra come inferiori o stravaganti o fuori moda, state cadendo nel pregiudizio.

Liberare voi stessi dall’abitudine di giudicare prematuramente, che cresce sul territorio dell’ego, comporta un inventario dei vostri pensieri e il tenervi al corrente di quanta della vostra energia interiore sia dedicata a giudicare avventatamente gli altri. Chiedetevi se avete voglia di continuare ad affittare la vostra mente per lasciare che i pensieri degli altri la occupino.

L’antidoto ai pregiudizi tossici è costituito dal sospendere il vostro ego e ascoltare il vostro sé superiore. Incomincerete a rendervi conto che nessuno, su questo pianeta, è superiore o speciale agli occhi di Dio, cosi come nessuno è non-speciale. Purificare il vostro pensiero in realtà non è nient’altro che esercitarvi a vedere la pienezza di Dio in tutti.

Il momento in cui vi accorgete che un pregiudizio entra nella vostra mente, sospendetelo e sostituitelo con il pensiero che non volete avvelenarvi la mente. Spostate il pensiero a un atteggiamento da testimone che accetta e che vede la presenza d’amore in tutto.

Il saluto sacro in sanscrito, “Namaste”, è un residuo di questo genere di pensiero puro. Si potrebbe tradurlo come “Saluto (mi inchino a) le qualità divine che sono in te.

La purificazione dei vostri pensieri nell’ambito del pregiudizio avviene quando volete riconoscere la presenza di innumerevoli convinzioni che avete ricevuto da altri e quando volete mettervi in contatto con i pensieri puri che emanano dal vostro sé sacro. Allora siete pronti a rompere l’abitudine al pregiudizio e a sostituirla con l’idea insita nel saluto Namaste.

Tratto dal libro “Il Tuo Sacro Io” di Wayne Dyer

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